- Una colonna e la sua incisione
- (di Giuseppe Calzone)
-
- In
un articolo pubblicato qualche anno fa su BIZANTION, rivista internazionale di studi
bizantini stampata a Bruxelles, lo studioso Giuseppe Occhiato
si soffermava su una colonna proveniente dalla Mileto Vecchia che reca incisa
una croce bizantina con alcune lettere anch'esse
greco-bizantine. La colonna è di marmo bianco con venature grigie; il fusto misura 273
cm. in lunghezza e le basi misurano rispettivamente
cm. 41 e 45,5. La croce con liscrizione si trova a circa 1,80 cm.
della sua lunghezza
in un cerchio del diametro di 25 cm.
- Per molto tempo la colonna fu trascurata dagli
studiosi : il Capialbi la ignora; così pure Domenico Taccone Gallucci; il Pititto ne
riporta in uno schizzo l'incisione che definisce " monogramma " ; C. Naccari
parla di un monogramma indecifrabile.
- L'Occhiato indagava il disegno misterioso per
svelarne il significato, la funzione e la cronologia. Quindi con la consulenza di
archeologi italiani e stranieri, esperti in epigrafi, giungeva alla conclusione che
l'incisione sulla colonna aveva il significato di una implorazione : " Signore
proteggi il tuo servo ".
- Tra le ipotesi fatte quella più plausibile è
che la colonna fosse posta all'ingresso della chiesa della Cattolica esistente a Mileto
vecchia, ove si officiava il rito bizantino, e che ogni fedele entrando leggesse
l'iscrizione aggiungendovi il proprio nome : "Signore proteggi il tuo servo... Tizio
o Caio ".
- La chiesa della Cattolica, come è dato
osservare in una veduta del XVII secolo, aveva un piccolo portico davanti alla facciata,
per cui la colonna in questione faceva parte di quel colonnato.
- Per quanto riguarda la datazione l'archeologo
- Clive Foss, sia pure con prudenza, dalla
forma delle lettere, somiglianti a quelle rinvenute su altre epigrafi, la colloca nel
periodo normanno tra l'XI e il XII secolo. Ciò potrebbe
- significare che anche in epoca normanna,
quando era iniziata la latinizzazione dei territori conquistati, si protraevano usi,
riti, lingua, diritti e ordinamenti bizantini. Il reperto, pertanto è un pezzo raro, se
non unico, per la conoscenza della bizantinità calabrese. Bizantinità che viene
identificata quasi esclusivamente nella Cattolica di Stilo che
- finisce per assorbire ingiustamente tutta
l'attenzione degli studiosi e non, a danno della conoscenza del restante patrimonio.
- Tornando alla nostra colonna vi è da dire che
essa, con la sua iscrizione, potrebbe far retrodatare di qualche secolo le conoscenze
intorno a Mileto. Della città,infatti, abbiamo notizie solo in epoca normanna, quando
nel 1059 essa diviene la dimora prediletta di Ruggero I il Normanno, poi Gran Conte di
Calabria e di Sicilia. E' da supporre pertanto che, per essere prescelta
- dai Normanni, dovesse avere qualche secolo di
vita e, quindi, fosse esistente già in piena età bizantina o, addirittura più indietro
nel tempo, in età tardo-romana. L'Occhiato sembra accogliere la tesi del Carugno,il quale
riconduce l'origine di Mileto all'età imperiale, quando il suo primo nucleo abitativo
poteva essere costituito da un oppidulum romano. In effetti, ove si trova l'attuale
Mileto vennero rinvenuti due pregevoli mosaici appartenenti ad una ricca villa agricolo
residenziale di epoca romana, attribuita al patrizio Sicca che ospitò Cicerone
- Questo ritrovamento convaliderebbe l'ultima
ipotesi.