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Ha sgranato gli occhi il prof. Paolo Peduto quando i suoi studenti dellUniversità di Salerno dallo scavo sotto labside sud dellAbbazia della Trinità hanno tirato fuori un centinaio di frammenti di vetro di varie forme. Solo un archeologo a prima vista avrebbe potuto accorgersi che si trattava di vetro,tanto pessimo era lo stato di conservazione; oggi però, quei frammenti ancora non restaurati,ci parlano e ci dicono che in Calabria, a Mileto, possediamo la collezione di vetri dellXI secolo più ricca mai scoperta in tutta Europa. Sono queste le parole del Prof. Peduto, che nellautunno del 1995 con un modesto finanziamento della Sovrintendenza Archeologica di Reggio Calabria ha condotto gli scavi a Mileto Vecchia. Entusiasta della scoperta è anche la dott.ssa Maria Teresa Iannelli, Direttore Archeologo della Sovrintendenza archeologica che, fra laltro, ha il merito di dirigere con competenza il Museo di Vibo Valentia con lannesso laboratorio di restauro. A Mileto, ci dice la dott.ssa Iannelli, sia pure con una campagna di scavi brevissima, abbiamo voluto dare un indirizzo metodologico su come condurre gli scavi, servendoci anzitutto di un archeologo competente, che ha proceduto allo scavo stratigrafico del terreno ottenendo risultati importanti. |
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Ruderi dell'Abbazia della SS Trinità |
Occorre puntare prima di tutto sulla conoscenza del sito di Mileto perchè il difficile non è progettare parchi archeologici, tutti sappiamo realizzare praticelli recintati per attirare lattenzione dei turisti, ma è più impegnativa la ricerca e lo scavo; i parchi archeologici devono venire dopo la conoscenza scientifica. Non dobbiamo preoccuparci di attirare solo i turisti ma dobbiamo, attraverso una conoscenza approfondita, consegnare il patrimonio archeologico miletese, prima di tutto alla comunità locale e poi a quella regionale e nazionale. Abbiamo dimostrato a Mileto che anche con pochi fondi si possono fare tante cose. La spesa complessiva è stata di circa 40 milioni,di cui trenta milioni per uno scavo durato 6 settimane e 10 milioni per laerofotogrammetria. Allo scavo hanno lavorato cinque operai ai quali si sono aggiunti gli studenti e i collaboratori del Prof. Peduto, che hanno consentito di prolungare appunto a sei settimane uno scavo che sarebbe dovuto durare appena 4 settimane. La dott.ssa Iannelli ha poi precisato che occorre limpegno finanziario di altri Enti poichè la Sovrintendenza archeologica non può garantire interventi costanti per Mileto ed ha informato che la Regione Calabria ha staziato 150 milioni. Per lanno in corso, gli scavi potranno proseguire grazie ad un finanziamento dellAmministrazione provinciale di Vibo Valentia, così come ha comunicato lAssessore provinciale ai beni culturali dott.ssa Concettina Di Gesu. Mileto - ha detto la dott.ssa Di Gesu - è stata inserita tra i Comuni a rilevanza turistica della Provincia di Vibo e grazie alla valorizzazione del suo patrimonio culturale potrà ricavare dei benefici economici per lafflusso di turisti. Purtroppo la Regione ha respinto le schede POP presentate questanno dalla Provincia di Vibo Valentia per i beni culturali. Facendo riferimento ai turisti il prof. Peduto ha precisato che per incrementare il turismo non bisogna distruggere il paese danneggiando lambiente ed il territorio, così come accade in alcune zone costiere della Calabria. Quindi, tornando alloggetto del convegno, ha precisato che al momento degli scavi aveva assunto limpegno di tornare a Mileto per informare la cittadinanza delle scoperte fatte. Quindi, con laiuto di una lavagna luminosa, grafici e diapositive ha illustrato i reperti portati alla luce e la loro importanza. E stata poi la volta dei suoi collaboratori e del dott. Santoro il quale, servendosi di computer e della tecnologia digitale, ha proiettato i rilievi aerofotogrammetrici, delineando le mappe tridimensionali del sito archeologico con lubicazione dellabazia della trinità e dellannesso convento.
Per effettuare i saggi lequipe del Prof. Peduto si è servita di uno studio del prof. Giuseppe Occhiato sulla Chiesa Abbaziale della trinità di Mileto. I risultati di maggiore rilievo emersi riguardano i frammenti di vetro appartenenti alle vetrate originali dell Abbazia distrutta dai terremoti del 1659 e del 1783. Si tratta per lo più di piccole lastre rettangolari,ma non mancano lunette e forme arrotondate con uno spessore di circa 4 mm. Esse sono decorate con una sottile grisaglia nera e bianca, destinate ad essere montate con listelli di piombo che sono stati trovati accartocciati nello scavo. Le decorazioni raffigurano motivi geometrici, con alternanza di strisce e globetti, linee dritte ed onde, motivi floreali stilizzati, disegni comuni fino alle produzioni del XIII secolo. Una piccola lastra di colore ametista ha attirato lattenzione: vi sono pitturati i contorni di un viso in forme molto accurate (un occhio, il naso, le arcate sopraciliari, i riccioli) le fattezze richiamano motivi pittorici riferibili alla metà del XII secolo. Questi materiali rinvenuti a Mileto sono importanti perchè sono tra le più antiche attestazioni di vetro dipinto in Italia e per essi gli archeologi americani, inglesi e francesi hanno mostrato un vivo interesse. Altri materiali rinvenuti sono costituiti da frammenti di ceramica, più comuni rispetto al vetro che, per le sue caratteristiche e la sua fragilità non è facile da trovare negli scavi. Le ceramiche di Mileto sono databili intorno al XIII secolo. Si tratta sia di ceramiche invetriate (o vetrine piombifere) che di protomaioliche,tutte - a dire del prof. Peduto - di altissimo livello tecnico. A questo secondo tipo appartiene un frammento raffigurante un cavaliere (la figura è priva del busto) con cavallo avente un piede in una staffa, di colore blu. I cavalieri normanni usavano appunto la staffa. La ceramica sarebbe stata prodotta in Sicilia e attesterebbe i fitti scambi commerciali che intercorrevano tra la capitale del regno normanno e lisola. Linteressante convegno che ha dato conto degli scavi è stato organizzato dalla Pro loco, dallAccademia Milesia e dal giornale Lartiglio, con il patrocinio del Comune di Mileto. |
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