RICCARDO CUOR DI LEONE ALLA CROCIATA
La lite con i contadini di Mileto
(di Giuseppe Calzone)
Qualche  storico  di   recente   ha   messo   in discussione  la  buona  fama  di  Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra.  Egli,  che fu celebrato da  poeti  e  cantori come il simbolo del perfetto cavaliere medievale,  pare che in più occasioni si sia  comportato  da  ribaldo.  Non si comportò da cavaliere  quando,  recandosi  alla  Crociata,  si fermò  a  Mileto.

La  notizia  del  passaggio  di Riccardo Cuor di Leone per Mileto,  che  a  prima vista  potrebbe  sembrare una leggenda,  ha delle basi storiche che sono indicate in questo scritto.
 Nel  1187 i Musulmani occuparono Gerusalemme,  la Città  Santa,  che  era  stata  conquistata  dai Cristiani   durante  la  seconda  crociata.   Papa Gregorio VIII impressionato dal fatto sostenne  la necessità  di una terza crociata.  La predicazione assumeva  toni  drammatici.Si  descrivevano  i luoghi santi profanati dai Musulmani infedeli, che bivaccavano  nel  Tempio  commettendo  soprusi  ai danni  dei  pellegrini.  Quindi  si  incitavano  i Cristiani  a  vendicare  le ingiustizie subite e a riappropriarsi di Gerusalemme,  capitale del Regno Divino (L.   Gatto   -    Le  Crociate  -  Ed.  Tasc.Ec.Newton, 1994).
Aderirono al  progetto  di  una  terza  crociata Federico Barbarossa re di Germania, Filippo II re di Francia ed Enrico II re d'Inghilterra, fissando la   data   d'inizio   nel   1189;  la  morte  di quest'ultimo però indusse il figlio, Riccardo Cuor di Leone,  a rinviare la partenza al 1190.  Mentre Federico Barbarossa partiva da Ratisbona nel 1189, Filippò  II e Riccardo partirono con le flotte nel 1190, il primo da Genova e il secondo da Marsiglia per ritrovarsi a Messina.
Qui si inserisce  l'episodio  che  ci  interessa.  Domenico  Taccone-Gallucci  vescovo  e studioso di storia locale,  nella  monografia  sulla  Città  e Diocesi di Mileto del 1882,  richiama uno storico inglese definito autorevole (Oweden :  Biblioth.  Historica Siciliae, tomo II) ed afferma che il 21 settembre  1190  Riccardo  Cuor  di  Leone nel suo viaggio verso Messina si fermò a  Mileto.  Notizia ripresa anche da F. Pata, C. Naccari, Occhiato ed altri.
Mileto  era  un passaggio quasi obbligato per chi attraversava la penisola diretto verso la Sicilia; pochi decenni prima era stata capitale  del  regno normanno  e  il  Conte Ruggero,  già durante prima Crociata aveva ospitato dei pellegrini  in  marcia verso   la   Terra  Santa  (vedi  Privilegio  di fondazione  della  Badia  di  S.   Maria  e  degli Apostoli  di  Bagnara,  spedito nel 1085 da Conte Ruggero).
Giunti a Mileto, il cronista che seguiva Riccardo racconta che era ancora visibile la torre  di legno che, munita di ruote, era servita a Roberto il Guiscardo per accostarsi alle mura della città assediata ed espugnarla. Mileto prima dell’arrivo dei normanni era infatti un  “castrum” bizantino.
Senonchè  nel suo   breve   soggiorno,   ospite dell'Abbazia  della  SS.  Trinità ,  re  Riccardo inoltratosi da solo a caccia nelle campagne non era conosciuto da  alcuni contadini e veniva a diverbio con essi.
Naccari Carlizzi Leoluca riferisce ( Lettera  al mio  Vescovo - Mileto 28 maggio 1986) che la lite fu provocata da Riccardo il quale "  soffiò  "  un falco ad un contadino, che non gradì il gesto.  Un falco  in  pieno medioevo valeva bene una lite con un villano.  E' risaputa, infatti, l'importanza di questi rapaci,  che venivano usati per la  caccia.  A riprova  di  ciò  basti  ricordare che un altro grande sovrano,  Federico II,  compose un trattato di  falconeria  (" De arte venandi cum avibus ") sull'arte di cacciare con gli uccelli.

 

Addestramento e cura dei falchi da caccia in una miniatura dal "De Arte Venandi Cum Avibus" dell'Imperatore Federico II (Roma, Biblioteca Vaticana)
 
Vi è però un'altra  versione dei  fatti (o meglio illazione).  Pare  che Riccardo Cuor di Leone nei poderi che circondavano Mileto non abbia preso  solo  il  falco,  ma  anche  dei  polli  da arrostire   allo   spiedo  (c’è chi, malignando, ipotizza che non di falco, né di polli si trattò, bensì di una giovane donna, molestata dal sovrano).
  Il  passaggio  dei pellegrini diretti alle crociate  spesso  non  era ben  visto  dalle  popolazioni  locali,  perchè  i crociati avevano necessità di reperire cibo  e  lo chiedevano,  o  lo  prendevano  con la forza,  nei luoghi ove passavano.
Comunque siano andate effettivamente le  cose , certo  è  che  il  monarca dovette allontanarsi in tutta fretta.
Quindi occupò Messina;  passò con la flotta  per l'isola  di  Cipro e puntò su  San Giovanni d'Acri, in Terra Santa.  Non riuscendo a conquistarla con le armi,  fece un  accordo  con  il  Saladino  per consentire ai Cristiani di recarsi a Gerusalemme.  Nel   1192   durante  il  viaggio  di  ritorno  in Inghilterra fu fatto prigioniero  da  Leopoldo  II  Duca   D'Austria.

Cattura di Riccardo Cuor Di Leone da parte di Leopoldo II, Duca D'Austria.

Miniatura del "Liber ad honorem Augusti" di Pietro da Ebulo (Berna, Bürgherbibliothek)

Successivamente,  liberato  , sconfisse il fratello Giovanni  Senza  Terra,  che voleva  usurpargli  il  trono.  Morì nell'assedio del castello di Chalùs dopo aver vinto  la  guerra contro il re di Francia,Filippo II.
La  vita  avventurosa  di  Riccardo Cuor di Leone venne cantata da diversi poeti e scrittori, uno di questi Ambroise,  era un cronista normanno vissuto alla  fine  del  XII  secolo,   che  seguì  il  re d'Inghilterra  nella  terza  crociata.  Questi  ci racconta  tra i tanti episodi il valore che mostrò Riccardo Cuor di Leone nel liberare dai  Musulmani la  città  di Giaffa (oggi Tel Aviv -Giaffa sulla costa dello Stato di Israele).
 Il re,  avvertito che la città sta per cadere  in mano  musulmana,  la  mattina  del 1° agosto 1992, arriva sul posto con alcune navi  genovesi.  Prima che le navi attracchino Riccardo,  con lo scudo al collo, un'ascia danese in mano, salta in mare con l'acqua fino alla cintura,  corre alla  riva,  la libera dai Musulmani, penetra in città e qui trova i      nemici  che  saccheggiano  le  case,  ne fa un' orribile carneficina e mette  in  fuga  l'esercito del  Saladino  (René  Grousset  - L'epopea delle Crociate, Ed. De Agostini, 1968).
La vecchia Mileto,  quindi,  vide davvero  questo personaggio ? Pare proprio di si !

 

Annotazioni:
Riccardo condusse una vita spericolata e da viaggiatore (così com’era d’uso nel medioevo): su 117 mesi di regno ne passò soltanto sei in Inghilterra, sette in Sicilia (incluso il soggiorno calabrese) uno a Cipro, tre in diverse traversate marittime, quindici in Terra Santa, sedici in varie prigioni dell’Austria e della Germania e ben sessantuno sul suolo francese (L. Gatto, Vita quotidiana nel medioevo, Ed. Riuniti, Roma 1997)
Riccardo aveva sangue normanno, infatti: La nonna materna di Riccardo, Matilde di Scozia era figlia di Enrico I, normanno - figlio di Guglielmo il Conquistatore -.
Enrico II padre di Riccardo era figlio di un Plantageneto e di Matilde figlia di Enrico I.

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