LA
SCULTURA Maylis
Baylé
Se
la grandiosità dell' architettura romanica normanna è stata riconosciuta
fin dall'origine dagli storici dell'arte, lo stesso non si può dire per
quanto riguarda la decorazione scultorea, a lungo trascurata poiché
ritenuta molto rozza. Nel
XIX secolo solo poche voci, come quelle di Arcisse De Caumont o di Victor
Ruprich-Robert, si sono levate a sostenere l'interesse di questa
produzione artistica finché fortunatamente da alcuni decenni la lacuna è
stata colmata e oggi se ne riconosce l'originalità e la grande varietà
di manifestazioni. La
decorazione plastica si applica il più delle volte ai capitelli ma i
Normanni erano soliti anche inserirla nelle pareti degli edifici sotto
forma di lastre scolpite, isolate o disposte in fregi, tra le quali si
ricordano, ad esempio, quella con il Cristo della SaimePaix di Caen, i
rilievi di Bayeux o di Saint-Georges a Boscherville, i fregi di Bernay o
di Graville-Sainte-Honorine. Si
trovano anche timpani e architravi scolpiti ma restano comunque meno
numerosi che in altre regioni. I
primi esempi di decorazione scultorea dopo l'insediamento dei Vichinghi in
Normandia appartengono agli ultimi anni del X secolo e si possono
collocare, in continuità con la
tradizione preromanica, accamo a opere quali i capitelli di
Saint-Pierre di Jumièges e la ricchissima
ornamentazione dell'apparato murario e dei conci di Evrecy (Calvados). lo
quest'ultimo borgo l'abbazia preromanica, ricostruita probabilmente alla
fine del x secolo o agli inizi dell'XI, presentava una decorazione molto
elegante con motivi vegetali in debole rilievo, intrecci e animali
fantastici influenzati dalle forme angloscandinave. Tuttavia
le scarse vestigia conservate, rinvenute quali elementi di reimpiego nella
chiesa gotica del luogo, non consentono di ricostruire l'esatta
disposizione di tale orna menta zio ne architettonica che prevedeva le
modanature degli archi, un timpano e senza dubbio una recinzione del coro. Durante
il corso dell'XI secolo, la decorazione architettonica normanna presentava
essenzialmente due tendenze principali. La
prima, di carattere ornamentale, è composta da motivi eleganti ritagliati
in debole rilievo, il cui stile si avvicina a quello tipico della
produzione di arti preziose, quali
miniature, oreficerie, avori, e caratterizza in particolare i
cantieri di Bernay, Jumièges, Goult, Lonlay, l'Abbaye, Rouen (Saint-Ouen). Questa
tendenza del resto, comparsa molto prima del 1066 sulle due sponde della
Manica, in Normandia come in Inghilterra, conobbe un'evoluzione
considerevole solo dopo la conquista ed ebbe sviluppi anche nel XII
secolo, ma con un trattamento più plastico del modellato, nell'abside
della Trinité di Caen, a Fécamp, nei corridoi di camminamento di
Saint-Etienne a Caen, a Saint-Gabriel, e nei rimaneggiamenti della
cattedrale di Bayeux. La
seconda tendenza, di carattere più monumentale, viene illustrata da
alcuni capitelli a volute, più o meno derivati dal modello corinzio,
visibili nella navata di Bernay, nella cripta della cattedrale di Bayeux
e nelle abbazie di Caen, per citare solo i centri più importanti. A
partire dall'ultimo terzo dell'XI secolo nella produzione plastica
apparvero altri orientamenti stilistici: il geometrismo normanno e lo
sviluppo del capitello a godrom. Infine,
negli anni 1090-1100 e durante tutto il primo terzo del XII secolo, a
diversificare ulteriormente il repertorio decorativo nel ducam,
si possono riconoscere reminiscenze di forme angloscandinave,
mentre alcune regioni, come il Cotentin, attestano l'esistenza di nuove
ricerche iconografiche. L'abbazia
di Bemay e le origini della scultura normanna La
prima tappa fondamentale nella storia della scultura romanica in Normandia
è la decorazione dell'abbaziale di Bernay, fondata verso il 1008-1013
dalla duchessa Giuditta, moglie di Riccardo Il duca di Normandia, e
terminata poco prima del 1050. Vi
lavorarono tre maestranze diverse. La prima, attiva nel coro e nel transetto, denuncia un'arte molto raffinata, in forme scarsamente rilevate, le cui origini devono essere ricercate nei contatti tra la Normandia da una parte e i territori ottoniani e del Rodano dall'altra. Boyeux (CalvadoJ), cattedrale: capitello, 1060 circa Un
tipo di decorazione paragonabile a questa si può riconoscere infatti su
alcuni capitelli di Mettlach o di Lorsch in Germania, così come di SaintBénigne
a Digione. Il
ruolo dell'abate di Digione, Guglielmo da Volpiano, figlio di un grande
signore dell'impero ottoniano, riformatore in Borgogna, Lorena e
Normandia, dove fu chiamato a dirigere l'abbazia di Fécamp e a
sovrintendere alla costruzione di Bernay, fu verosimilmente determinante
per l'origine di tali apporti venuti da regioni esterne alla Normandia. Dal
punto di vista stilistico, per il linearismo e il trattamento dei motivi,
queste decorazioni plastiche appaiono strettamente legate alla produzione
delle arti preziose (oreficerie, manoscritti, avori) e in particolare alle
opere dei laboratori di Fulda, di Reichenau e di Treviri quali, tra le
altre, il Sacramentario di Gottinga o il manoscritto miniato dell'opera di
Paschase Radbert a Treviri. Esse
attestano cioè che quella sorta di unità stilistica tra l'ornamentazione
delle arti preziose e della scultura non caratterizzò solo l'impero
ottoniano ma oltrepassò largamente i suoi limiti geografici e
cronologici. D'altra
parte un'analoga assimilazione di forme esterne al ducato viene confermata
dai prodotti della seconda maestranza di lapicidi attiva a Bernay,
riconoscibili nelle basi del coro e del transetto, come nei capitelli del
secondo livello del transetto e del muro ovest del transetto stesso. Difatti
se i capitelli a intrecci e palmette trovano delle corrispondenze nella
valle del Rodano e in Alvernia (Le Puy, Clermont-Ferrand, Montmajour,
Saint-Romain-le-Puy, Tournus), anche in questo caso bisogna ricordare il
ruolo svolto da Guglielmo da Volpiano che, prima del suo arrivo a Digione,
era stato priore di Saint-Saturnin-sur-le-Rhòne (Pont Saint Esprit). Ben
diversa è invece l'arte della terza maestranza, attiva nella navata e
riconoscibile in capitelli di derivazione corinzia, a volte ornati da
busti e forse ugualmente legati a esperienze borgognone (Nevers, Auxerre). Tali
opere sono all' origine di molti gruppi di capitelli normanni. Dunque
a Bernay si delineano già quelle due tendenze della produzione plastica
che, come si è detto precedentemente, si svilupperanno parallelamente
parallelamente in Normandia per tutto il corso dell'Xl secolo: l'una
monumentale con capitelli a volute angolari e rilievi marcatamente
aggettanti, l'altra ornamentale, elegante ma con forme scarsamente
rilevate.
La tradizione ornamentale a rilievo scarsamente aggettante Le
rare sculture provenienti dal coro e dal transetto distrutti di Notre-Dame
a Jumièges, insieme con qualche capitello ancora sul posto tra le rovine
della navata e del corpo occidentale, si collocano nella tradizione
dell'arte a rilievo scarsamente aggettante di Bernay, ma le origini del
loro stile ornamentale sono differenti. La
decorazione, con foglie d'acanto, uccelli o personaggi inseriti tra i racemi,
trova precise corrispondenze nei manoscritti anglosassoni del primo
quarto dell'Xl secolo realizzati a Winchester o a Canterbury. In
questo caso bisogna considerare il ruolo svolto dell' abate Robert
Champart che intraprese la ricostruzione della chiesa di Jumièges nel
1040 e che divenne in seguito vescovo di Londra e poi arcivescovo di
Canterbury. È
noto infatti che egli aveva donato numerosi manoscritti alla sua antica
abbazia, alla quale era rimasto sempre legato, e questo può spiegare
l'importanza dei tratti anglosassoni nella scultura. Tali
legami con l'Inghilterra vengono ulteriormente confermati dall'
architettura stessa dell' abbaziale, molto simile a quanto si conosce
dell'abbazia di Westminster, che ebbe forse lo stesso architetto della
navata di Jumièges. Analoghi
legami tra scultura e miniatura caratterizzarono verso il 1040 anche le
forme della sepoltura del cavalier Ugo, proveniente dall'abbazia di
Troarn e conservata attualmente nella chiesa parrocchiale della stessa
città. Destinata a ospitare le spoglie di un cavaliere contemporaneo di Riccardo II, essa si presenta riccamente decorata da un fregio con palmette derivate dall'acanto, con racemi e con, sul pannello di testa, due uccelli affrontati simmetricamente rispetto a un elemento vegetale centrale: tutti motivi facilmente riconducibili alle miniature del manoscritto Lambeth 200 e ad altri libri ornati della scuola di Westminster. Caen (Calvados), Abbaye-aux-Dames: capitello, 1070 circa Martinvast (Calvados) chiesa parrocchiale: capitello, 1130 circa Troarn (Calvados) chiesa parrocchiale: tomba del cavaliere Ugo, particolare, 1040 circa Per
qualche tempo, dal 1060 al 1080, questa tendenza ornamentale nella
produzione plastica normanna sembrò lasciare il posto a forme scultoree
di carattere più monumentale. Tuttavia
di tale corrente artistica restano scarse testimonianze poiché molti
edifici del periodo, come Saint-Evroult, Saint-Pierre e Saint-Léger di Préaux,
Saint-Martin di Sécs, sono scomparsi. I
legami tra la scultura e l'ornamentazione dei manoscritti o degli avori
sono documentati nuovamente verso il 1080 nell'absidiola romanica di
Saint-Ouen a Rouen, dove su alcuni capitelli si ritrovano i motivi propri
delle miniature eseguite nello scriptorium di Saint -Ouen, ripresi
poi a Lonlay-I'Abbaye e nel suo priorato di Coult, verso il 1090. Le
rovine recentemente restaurate della piccola cappella di Coult (Ome)
racchiudono, nell'ornamentazione dei capitelli, uno dei capolavori di
quest' arte: una scena di caccia accompagnata da motivi di draghi, di
uccelli e di quadrupedi affrontati. In
essa
il linearismo nella resa stiEstica appare identico a quello delle
miniature dei Vangeli di Préaux, attualmente conservati a! British Museum. I
successivi sviluppi di questa tradizione avrebbero rivelato invece, da
parte degli scultori, un più marcato interesse per il modellato e il
carattere plastico delle opere. È
il caso delle cappelle romaniche nel deambulatorio della Trinité di Fécamp,
decorate prima del 1106, e soprattutto dell'abside nell'Abbaye-aux-Dames
di Caen dove, verso il 1110, sono stati realizzati mirevoli capitelli
ornati con figure tratte da un bestiario. Lo
stile e i motivi vegetali sono stati ripresi dai manoscritti eseguiti a
SaintOuen di Rouen verso il 1090, ma le fonti d'ispirazione senza dubbio
sono state molteplici, e comprendevano probabiLnente anche avori e tessuti
portati forse dall'Oriente al tempo della prima crociata. Questa
maestranza manifesta perahro stretti legami con l'Inghilterra e in
particolare con le sculture moltO simili e pressappoco Goult (Calvados)) priorato: capitello, 1090 circa Nell'ambito
della medesima tendenza si colloca poi un altro gruppo di opere che
rivelano tuttavia, come si vedrà meglio in seguito, più complessi
apporti di origine scandinava. Si
tratta in particolare sia di alcune delle rare decorazioni plastiche
presenti nei corridoi di camminamento di Saint-Etienne a Caen e aggiunte
verso il 1115, quando la chiesa fu dotata di nuove coperture a volta, sia
dei celebri rilievi nella navata della cattedrale di Bayeux e del priorato
Saint-Cabriel. L'influsso della miniatura del resto permane ancora, per
tutto il corso del XII secolo, a Carentan, Brucheville, Magneville,
piccole chiese del Cotentin caratterizzate dall'influsso delle maestranze
di Caen e di Bayeux. Bisogna
insistere sull'originalità di quest'arte, che lega intimamente la
produzione dei manoscritti e degli avori alla scultura in pietra, e sulle
modalità del suo sviluppo parallelo sulle due sponde della Manica. Difatti,
poiché si manifesta soprattutto negli edifici monastici dotati di scriptoria
o di importanti biblioteche, si può supporre che all' origine di
questa trasposizione in pietra dei temi della miniatura vi fossero monaci,
nello stesso tempo scultori, miniatori e orafi, come Osbern di
Saint-Evroult oppure i religiosi della cerchia di Isembert di Rouen. Problemi
analoghi si pongono anche nel caso di alcune lastre e timpani scolpiti,
come il timpano di Bully o l'architrave di Saint-André di Bohon, che
appaiono manifestamente ispirati ai tessuti orientali.
Scultura monumentale e capitelli derivati dal tipo corinzio Per
quanto riguarda tutto il complesso della scultura normanna compresa negli
anni tra il 1030 e il 1050 possediamo
una conoscenza molto limitata. Sembrerebbe
che i capitelli derivati dal tipo corinzio, prodotti in questo periodo
nell' ambito del ducato, seguissero un percorso evolutivo analogo a quelli
che venivano realizzati contemporaneamente nella Loira. Questo
almeno è quanto ci viene suggerito da alcune sparse vestigia, quali i
capitelli di derivazione corinzia di Saint-Gervais a Rouen, del
deambulatorio della cattedrale di Rouen, di Fontaine-le-Bourg (Seine-Maritime)
o del transetto di Mont-Saint-Miche!. Le
più belle realizzazioni di questo genere sono i capitelli rinvenuti nel
1856 entro i nuclei romanici dei pilastri del transetto nella cattedrale
di Bayeux. Tra
di essi si trovano alcuni esemplari di tipo corinzio con decorazione esclusivamente vegetale, accanto ad altri
con soggetti figurati, quali in particolare una Incredulità di San
Tommaso e un' Anima nel grembo di Dio. In
questa stessa corrente si inseriscono anche le sculture della navata di
Bernay che troveranno tutte ampio seguito in Normandia ma con una tendenza
alla progressiva schematizzazione delle forme. Ciò
si può riscontrare nella decorazione della cripta di Bayeux (verso il
1050), ma soprattutto in quella delle due abbazie di Caen e della piccola
cappella di Sainte-Paix, costruita e decorata dallo stesso cantiere attivo
nell'Abbaye-auxDames. Quest'ultima
infatti mostra una maggiore varietà formale rispetto a Saint -Etienne e
soprattutto presenta dei capitelli con protomi o corpi interi di ariete
che traggono origine da una semplificazione dei capitelli bizantini del
V-VI secolo. Capitelli
di questo genere si potevano osservare inoltre, verso il 1040-1050, a
SaintGermain- des-Prés a Parigi e, prima del 1063, in San Marco a
Venezia. Tale
tipologia appare comunemente diffusa nell'Italia romanica e del resto,
come si è già dimostrato altrove, tra quest'ultima, l'abbazia parigina e
Caen vi era stata molto probabilmente una linea di sviluppo comune. Dopo
il 1080 i capitelli a volute angolari divennero più schematici, come si può osservare a SaintNicolas di
Caen e a Cerisy-la-Forèt, e a poco a poco lasciarono il posto alla nuova
tipologia del capitello a godrons,
che si armonizza
particolarmente bene col geometrismo normanno diffuso dopo il 1070. È
opportuno considerare separatamente la maestranza attiva a Rucqueville,
una piccola chiesa situata tra Caen e Bayeux, dove compare tutta una serie
di sculture di gran qualità e dallo stile insolito in Normandia. Si
tratta di opere figurate (Incredulità di San Tommaso, Anima por· tata al
cielo da due angeli, Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, Combattimento
tra due guerrieri) che testimoniano, nello stile dei panneggi e nella
rotondità del modellato, contatti con i cantieri di Tolosa e di San
Giacomo di Compostella. Si
può ipotizzare quindi che fossero state eseguite da un gruppo di scultori
itineranti, molto probabilmente portati verso il 1095 dall' abate J
arenton di Digione, giunto allora a Bayeux dopo un viaggio a Tolosa e a
Compostella.
Il geometrismo normanno L'ornamentazione
geometrizzante, composta da tappeti di stelle, da zig-zag, da motivi a
bastone spezzato, da intrecci e arcate incrociate tra loro, appare
talmente diffusa nella regione, che per molto tempo venne considerata la
caratteristica fondamentale della scultura normanna. Essa
compare verso il 1070 sugli archi del transetto nella Trinité di Caen,
con conci ornati di stelle, e si diffonde in seguito rapidamente in
Normandia e in Inghilterra, dove si trova già nel 1072 sul timpano di
Chepstow. Costituita
inizialmente soprattutto da stelle e motivi ad angolo, tale ornamentazione
geometrizzante si di versificò progressivamente verso la fine del secolo
con la moltiplicazione delle tipologie di intrecci, l'apparizione di
arcate incrociate tra loro, forse di origine italiana, di motivi a bastone
spezzato e, verso il 1120, di teste piatte in forma di becco di uccello (beak-heacl),
abbozzate già a Saint·Georges di Boscherville e a Castor in
Inghilterra. Essa
si conserverà per tutto il corso del XII secolo e anche oltre il
periodo romanico. li
motivo della sua apparizione improvvisa costituisce ancora oggetto di
discussione, anche se sembra che si debba porre in relazione con gli
effetti della conquista, visto che le ricchezze provenienti d.ll'Inghilterra
facilitarono la costruzione di monumenti grandiosi e quindi la
straordinaria diffusione di nuovi cantieri. Fu
probabilmente allora che, per la carenza di muratori e lapicidi, si fece
ricorso ad artigiani più avvezzi alla tradizione della scultura in legno,
con tutto il reper· torio geometrizzante che essa comportava. Questo
tipo di decorazione divenne quindi un elemento costante su entrambe le
sponde della Manie. e
alcuni edifici verranno interamente tappezzati di motivi geometrici, come
mostrano, tra l'altro, le pareti della navata di Secquevilleen- Bessin,
della cattedrale di Bayeux e quelle della sala capitolare di Bristol. In
quale misura l'origine scandinava dei Normanni abbia contribuito a
favorire tale probabile influsso della scultura in legno, è difficile
stabilirlo, ma è certo che verso la fIne dell'XI secolo si riscontrano
numerose riprese o apporti stilistici d'origine scandinava o
angloscandinava.
Le reminiscenze scandinave nella scultura normanna Dopo
il 1090 numerosi sono i cantieri che in un modo o nell' altro attestano la
presenza di forme di origine scandioava. Innanzitutto
il gruppo di capitelli provenienti da Lion-sur-Mer, attualmente conservati
nel campanile, e quelli della chiesa di Touques, databili verso il
1090-1100. Essi
presentano motivi animalistici terminanti in intrecci di vario spessore,
in forme che si ritrova· no solo nella scultura nordica. Lo
stesso si può dire della decorazione animalistica filiforme di Tilly·sur-Seulles,
verso il 1130. InfIne
un piccolo gruppo di chiese del Cotentin, quali Sainte-Marie-du·Mont e
Saint·Còmedu ·Mont, conservano alcuni capitelli dal rilievo scarno, con
piccoli intrecci molto sottili il cui disegno si ispira alle funi delle
imbarcazioni rappresentate su alcune stele vichinghe. Un'analoga matrice artistica rivelano inoltre gli intrecci di tipo vimineo visibili nella decorazione dei fonti battesimali di Montebourg e di Roquancourt, come su vari capitelli tra cui quelli di Portbail, Réville e Bric· quebec. BoJcherville (Seine-Maritime), chiesa di Saint-GeorgeJ: figura di abate, 1120 circa Boscherville (Seine-Marttàne), chiesa di Saint-Georges: cavalieri in combattimento, 1120 circa
Del
resto non meraviglia che proprio il Cotentin, regione interessata nel X
secolo da un ampio insediamento scandinavo e in rapporto costante con i
domini inglesi, fortemente influenzati dall'arte vichinga (Cristo di
Jevington, timpano di Knook eccetera) fosse divenuto la patria d'elezione
di tali reminiscenze dalle marcate connotazioni nordiche. Due
edifici, le chiese di Martinvast e di Tollevast, illustrano in modo
particolare questa tendenza. Vi
si possono riconoscere capitelli coperti da larghe fasce scanalate e
intrecciate tra loro, il cui trattamento appare identico a quello delle
numerose sculture scandinave in legno visibili, ad esempio, nella chiesa
di Hilestad. Si
pongono dunque qui con particolare evidenza sia la questione di un'identità
di tecnica e di decorazione tra l'arte del legno e quella della pietra,
sia il problema dei rapporti degli artisti con i domini angloscandinavi. Infine
la serie di celebri rilievi inseriti nei pennacchi delle grandi arcate
nella navata della cattedrale di Bayeux, databili verso il 1120 secondo
gli studi di Thirion e le nostre stesse conclusioni, non possono trovare
una completa spiegazione nell' ambito del tradizionale confronto tra
scultura e manoscritti di ambito anglonormanno. La
resa dei mostri e la particolare scalpellatura a lamelle dei contorni
nelle teste al termine dei pennacchi
mostrano caratteri molto nordici e trovano dei paralleli, ad
esempio, nella chiesa di Vaernes o negli stalli di legno di Trondheim. Ma
c'è dell'altro: l'aspetto dei draghi, il picchiettamento del corpo dei
leoni, i serpenti intrecciati
rivelano un' intonazione estremo orientale la cui origine ultima
potrebbe ricondursi ai percorsi dei Vareghi, quei mercanti scandinavi in
rapporto con il mondo asiatico. Essi
avrebbero favorito così l'importazione dall' estremo Oriente di quelle
opere di oreficeria che potrebbero aver influenzato gli artisti Normanni.
Ricerche iconografiche nel Cotentin e nella valle della Senna durante il XII secolo Se
si passa a considerare il campo delle ricerche iconografiche, la Normandia
presenta un panorama relativamente relativamente povero poiché non
sviluppò i grandi cicli visibili, ad esempio, in Borgogna o nel meridione
della Francia. Ne!
corso dell'XI secolo, tra i rari casi, qualche timida rappresentazione di
Psicomachia e un Costantino vittorioso si possono trovare a Lonlay-l'Abbaye,
mentre un bestiario abbastanza ricco orna l'abside dell'Abbayeaux- Dames. Al
contrario ricerche iconografiche più sviluppate caratterizzano il XII
secolo. Privo
di sculture risalenti all'XI secolo, il Cotentin è invece dopo il 1100
molto ricco di piccoli edifici ben decorati. Si
distingue dalle altre regioni della Normandia per il numero dei soggetti
figurati e per l'interesse delle ricerche iconografiche di cui sono
testimoni: Bilancia delle Anime nella Sainte-Croix di Saint-L6 e in
SaintPierre a Semilly; Cristo incensato da due cherubini (scomparso
nell'Ottocento) e Demone trattenuto da personaggi che tirano una catena a
Saint-Là: Ascensione a Sainte-Marie-du-Mont; un Battesimo di Cristo molto
poco ortodosso a Barneville; scene simboliche di caccia, Abate tra due
personaggi a Portbail. Tutti
questi esempi danno prova di un' originalità compositiva e di un
interesse per la scultura figurata raro nella Normandia romanica. Lo
stesso si può dire dell'enigmatico rilievo di Alleaume, del Cristo di
Pierrepont, dallo stile molto anglonormanno, e dei leoni ieratici di
Saint-André di Bohon che hanno conservato quella disposizione con le
teste frontali e i corpi di profilo, così frequente nei quadrupedi dell'
arte copta e dei tessuti orientali. Anche
nella bassa Senna, a Saint-Georges di Boscherville, alcuni capitelli
abbastanza rozzi nella resa stilistica mostrano al contrario una grande
originalità di temi iconografici: Adamo ed Eva, Fuga in Egitto, santo che
combatte contro un mostro, fregio con tre santi nell' atto di battere
moneta. Completano
questo quadro alcune lastre scolpite nel transetto dove figurano un
vescovo e dei cavalieri in combattimento. Una
decorazione fantastica, dai temi a volte difficili da interpretare, orna
allo stesso modo i capitelli, purtroppo molto restaurati, di
Graville-Sainte-Honorine.
Caen e l'Inghilterra nel XII secolo Per
tutto il periodo successivo alla conquista dell'Inghilterra si può spesso
cogliere uno stretto parallelismo tra le opere della Normandia e quelle
oltre la Manica, soprattutto per quanto riguarda i prodotti legati all'
arte degli avori e dei manoscritti. La
città di C.eo costituisce da questo punto di vista un'esemplificazione
caratteristica e molto interessante poiché è facile riconoscervi
un'identità di stile pressoché totale con le sculture realizzate oltre
la Manica, e in particolare con quelle di Canterbury. La
maestranza attiva nell'abside dell'Abbaye-aux-Dames verso il 1100-1110
realizzò infatti opere molto simili a quelle della cripta della
cattedrale di Canterbury dalle quali differisce leggermente solo nel
trattamento del modellato. Successivamente
verso il 1125-1130 la maestranza operante nei corridoi di camminamento
della stessa abbazia scolpì alcuni capitelli a godrons, con
maschere e decorazioni a perline, che trovano degli equivalenti
non solo a Vieux-Samt-Sauveur e in numerose chiese della pianura di
Caen, come Bernières e Creully, ma soprattutto nel rimaneggiamento della
cappella di St Anselme nella cattedrale di Canterbury, che datiamo verso
il 1130. Infine,
a una data imprecisata ma leggermente successiva, le sculture provenienti
da Saint-Julien di Caen, attualmente appartenenti alle collezioni del
Museo di Normandia, mostrano motivi vegetali dal rilievo marcato e dal
modellato molto pieno che non trovano vere corrispondenze nella regione. Solo
due capitelli, visibili nei corridoi di camminamento della Trinité,
possono costituirne dei precedenti. Al
contrario forme analoghe si ritrovano sui capitelli molto raffinati
ptovenienti da Hyde Abbey (Winchester) e soprattutto su alcuni rilievi
decorati con acanto provenienti da Canterbury e databili verso il 1160. Si
può dire quindi che per un periodo di una cinquantina d'anni si delineò
un sorprendente parallelismo tra i cantieri di Caen e quelli di Canterbury
o di Winchester. Prima
di concludere sembra opportuno evidenziare ulteriormente ulteriormente la
grande diversificazione della decorazione scultorea normanna, arricchita incessantemente da apporti esterni,
rapidamente assimilati, quali l'ornamentazione ottoniana bizantineggiante
e quella meridionale delle prime maestranze di Bernay, gli influssi
italiani nella serie di capitelli ornati da arieti e in certe forme di
intrecci del XII secolo. Gli
scambi tra l'Inghilterra e l'arte d'oltre Manica, presenti a Jumièges e
Troarn prima del 1066, largamente accresciuti dopo la conquista, sono
riconoscibili nel XII secolo, tra gli altri, nei cantieri di Caen, di
Bayeux e del Cotentin. Le
reminiscenze tolosane a Rucqueville, l'adattamento di motivi
angloscandinavi in un gran numero di chiese del Bessin e del Cotentin,
l'amalgama di forme anglonormanne, scandinave e forse estremo orientali
nei rilievi di Bayeux, illustrano la ricchezza degli apporti artistici,
l'ampiezza degli scambi con gli altri popoli europei e soprattutto
l'eclettismo straordinario dei Normanni.
Bibliografia: RUPRICH-ROBERT, 1883; GRODECKl, 1950; ZARNECKl, 1966; MUSSET, 1967 e 1974; BAYLE, 1979; ZARNECKl, 1979; BAYLE, 1980; BAYLE, 1982; BAYLE, 1983; BAYLE, 1985; BAYLE, 1986; Les siècles romans, 1985; BAYLE, 1987a; BAYLE, 1987b; BAYLE, 1992. |