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- IL MITO DEL GRAAL E
- LA PROFEZIA MESSIANICA
- IN RUGGERO I E NEGLI ALTAVILLA
- (di Francesco Paolo Palaia)
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- Avrete sentito sicuramente parlare del mito del Graal in
letteratura. Esso è contenuto in una serie di leggende della Tavola rotonda : un gruppo
di racconti detti anche "ciclo bretone " o " ciclo arturiano"
risalenti allAlto Medioevo. Queste leggende narrano le imprese di Artù, Re di
Britannia, e dei suoi cavalieri. Il mito venne applicato anche al sacro
(le reliquie) e
allarchitettura (ne parla lo studioso Franco Cardini in un recente lavoro su Castel
del Monte in Puglia, fatto costruire da Federico II di Svevia) - Il Graal nella
tradizione medievale era il calice che usò Gesù nellultima cena e la leggenda
vuole che Giuseppe DArimatea in questo calice abbia raccolto il sangue sgorgato dal
costato di Gesù sulla croce, portandolo in Britannia. Qui venne conservato fino a quando, diversi secoli dopo, i cavalieri di Re Artù non si misero alla sua ricerca. Al Graal
erano attribuite virtù miracolose come quelle di accecare limpuro di cuore e dare
cibo a chi era senza peccato. I cavalieri che trovarono il Graal furono Parsifal, Bors e
Galahad. E giusto dare a questo punto anche una definizione dellescatologia
messianica e del ruolo che essa ha avuto dopo lo scisma doriente del 1054, con il
quale si è avuto il distacco completo tra la Chiesa di Roma e quella Orientale che da
allora si denominò ortodossa. Ruggero d' Altavilla per la sua concezione del potere
s'identificò nella profezia dellattesa del Messia, che doveva venire per
cambiare il mondo, ritenendo egli stesso, attraverso la funzione di
unificazione tra sacro e profano di essere l'Unto del Signore e così facendo
propria la missione di redenzione del mondo. Questa teoria aveva una forte ascendenza
nella formazione delle prime monarchie medievali. La novità che portò Ruggero I dAltavilla nella storia del mondo
medievale fu questa sintesi tra sacro e profano, legittimato in ciò anche con la "Legatia apostolica pontificia conferitagli nel 1098 da Urbano II dietro intercessione di
San Bruno, maestro del papa a Reims. Ecco una circolarità completa (sicuramente eretica) tra mondo sacro e mondo profano, incredibile a quei tempi, dopo papa Gregorio VII che
aveva lottato (Dictatus Papae) per togliere ai re lesercizio di poteri
ecclesiastici. Tra attesa messianica e visione della luce di Dio senza intercessione
(era
questo il senso della questione del Graal arturiana) di sacerdoti: la circolarità
ermeneutica è compiuta. Rileggere tutta la storia del Mezzogiorno alla luce di questa
interpretazione e studiare la ricaduta che questa ebbe nellordine sociale stesso,
è questa la scommessa che è stata fatta in un lavoro presentato in forma di
comunicazione dal sottoscritto (10 marzo 2000, Sala delle conferenze dellIstituto
magistrale di Vibo Valentia) e ancora non dato alle stampe. Tutta la Dinastia Altavilliana
si è mossa ispirata da questo principio, che però è stato sepolto con lultimo
dei suoi discendenti : comunicarlo agli estranei sarebbe stato come consegnare le armi
nelle loro mani. Perciò questa prassi del potere, quasi magica, non è stata mai
analizzata profondamente. Ruggero I morì a Mileto il 22 giugno del 1101 e portò nella
tomba i segreti di questo giovane modello di potere che fu in auge per almeno due secoli
in Europa e nel Mediterraneo e che fu poi motivo di contrasto con il papato fino alla
nascita dello Stato italiano, autonomo dal Pontefice romano.
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