BOLLA DI EREZIONE DELLA DIOCESI DI MILETO DEL PAPA GREGORIO VII (ANNO 1081)

TESTO LATINO

 Bulla erectionis Episcopatus

Militentis. An. 1081

Ex originali pergamena jam existente in Archivio Capitulari Militensi

Gregorius Episcopus servus servorum Dei dilecto in Christo filio Arnulpho Militensi Episcopo, suisque successoribus.

Supernae miserationis respectu ad hoc universalis ecclesiae curam suscepimus, et Apostolici moderaminis sollicitudinem gerimus ut dignis postulantium votis attenta benignitate faveamus, et ea quae Apostolica auctoritate roborari juste desiderant decreti nostri judicio perpetua stabilitate fulciantur. Proinde quoniam Bibonensis ecclesia, peccatis id merentibus populari frequentia desolata, quae cum sedes episcopalis fuerat, et propter solitudinem episcopatus nomine insigniri incongruum, et satis indecens videbatur filio nostro Rogerio glorioso Comite rogante, religiosisque viris suggerentibus, ab ea in Militensem ecclesiam sedis trasmigrationem fieri concessimus, et te pontificem per gratiam Dei constituentes consacravimus. Addentes etiam ad tutiorem tuae ecclesiae dignitatem, ut sicut tu a nobis ita tui successores a Romano Pontifice semper debeant ordinari. Ad perpetuam ergo hujus videlicet Militensis ecclesiae stabilitatem, atque ad confir­mandam episcopalis sedis in ea dignitatem, ab illius scilicet Bibonensis subjectio­ne, quam hactenus debuit liberam esse in reliquum adjudicamus, cuncatque, quae illi in ecclesiastico regimine, vel honore, sive justitia pertinere visa sunt, huic conferentes in perpetuum sibi servanda presentis privilegii decreto censuimus, atque statuimus. Praeterea tua fraternitate petente quatenus res tui episcopatus noviter constituti Apostolicae defensionis munimine a quorumlibet audaciam pertubatione sint tutae, Apostolica jurisdictione prohibentes, praecipimus nullum Regum, vel Imperatorum, Antistitum nullum quacumque dignitate praeditum, vel quemquam alium audere de his quae, eidem venerabili loco de bonis illi priori ecclesiae pertinentibus obvenere, seu ex his quae postmodum a praedicto filio Rogerio, vel a quibuslibet hominibus de proprio jure donata sunt, vel in futurum, Deo miserante, conferantur sub cuislibet causae, occasionisque specie minuere, vel auferre, sive suis usibus applicare, vel aliis quibuslibet de causis pro suae avaritiae excusatione concedere, sed quam ab eis, qui in tuo officio, locoque successerint perenni tempore illibata, et sine inquietudine aliqua volumus possideri, eorum quidem usibus pro quorum sustentatione, gubernationeque concessa sunt modis omnibus profutura. Si quis vero regum, sacerdotum, clericorum, judicum, ac saecularium personarum hanc constitutionis nostrae paginam agnoscens contra eam temerario ausu venire tentaverit, admonitus semel, et iterum usque tertium per convenientes inducias si non resipuerit, atque praedictae ecclesiae non satisfecerit, potestatis honorisque sui dignitate careat, reumque se divino judicio existere de perpetrata iniquitate cognoscat, et nisi ea quae ab illo sunt male ablata restituerit, vel digna paenitentia illicite acta defleverit a sacratissimo corpore, ac sanguine Dei Domini nostri Jesu Christi alienus fiat, atque in aetemo examine districtae ultioni subjaceat. Cunctis autem eidem loco justa servantibus sit pax domini nostri Jesu Cliristi, quatenus et hic fructum bonae actionis percipiant, et apud districtum iudicem praemia aeternae pacis inveniant: Miserationes tuae, Domine, super omnia opera tua - Datum Lateranem pridie nonas Februarii per manus Petri S.R.E. Presbyteri Cardinalis, ac Bibliotecarii anno octavo D. Gregorii VII Papae indictione tertia.

TESTO ITALIANO

GREGORIO Vescovo servo dei servi di Dio, al diletto figlio in Cristo Arnolfo Vescovo di Mileto, e ai suoi successori.

Per grazia della divina misericordia, a tal fine abbiamo assunto la curia della Chiesa universale e portiamo la sollecitudine del governo Apostolico, perchè con attenta benevolenza assecondiamo le giuste aspirazioni dei supplicanti, e siano munite di perpetua stabilità, con la sanzione di un nostro decreto, quelle cose che giustamente si desidera siano corroborate con l’autorità Apostolica. Pertanto, giacchè la chiesa di Bivona, purtroppo deserta di abitanti per punizione dei peccati, già sede vescovile e ora, per la sua desolazione sembrava sconveniente e abbastanza inopportuno che godesse del titolo vescovile, e ora a richiesta del nostro figlio Ruggiero, glorioso Conte, e per consiglio di uomini religiosi, abbiamo concesso che si facesse il trasferimento della sede da quella alla chiesa di Mileto, e abbiamo consacrato te, costituendoti Vescovo per grazia di Dio, aggiungendo pure, a maggior decoro della tua chiesa, che, come tu sei stato consacrato a noi, cosi i tuoi successori dovessero essere sempre ordinati dal Romano Pontefice. A perpetua stabilità di questa chiesa Miletese, e a confermare in essa la dignità di sede episcopale, stabiliamo dunque che essa sia libera in futuro dalla giurisdi­zione di quella chiesa di Bivona, a cui finora fu soggetta; e abbiamo voluto e deliberato che tutte le competenze che a quella erano dovute nell’ordinamento ecclesiastico, o per onere o per diritto, fossero conservate in perpetuo, assegnandole a questa virtù del presente privilegio. Inoltre, a petizione della tua fraternità che le competenze del tuo Vescovato di nuova costituzione fossero garantite con presidio della protezione Apostolica dalle temerarie molestie di chiunque, con la nostra Apostolica autorità, comandiamo e proibiamo che nessun re o imperatore, o Vescovo alcuno di qualsiasi titolo o pretesto, osi ridurre, sottrarre o applicare a suo beneficio, o concedere ad altri, per qualsiasi motivo a scusa della sua avarizia, alcunchè di quanto è pervenuto alla detta venerabile sede dei brani appartenenti a quella precedente chiesa, o di quelli che sono stati donati successivamente dal predetto figlio Ruggero, o da qualsiasi altra persona di propria iniziativa, o per grazia di Dio saranno concessi in futuro; ma vogliamo che tutto quello che comunque perverrà o capiterà di venir donato, tanto da te quanto da coloro che succederanno nel tuo ufficio e al tuo posto, sia posseduto perennemente integro e senza alcuna molestia, per servire a vantaggio e ad uso di coloro al cui sostenta­mento e rimunerazione è stato in qualsiasi maniera concesso. Se alcuno, re, sacerdote, chierico, giudice, o persona secolare, pur conoscendo il tenore di questa nostra costituzione, avrà tentato con temerario ardire andare contro di essa, ammonito una prima, una seconda e una terza volta con congrue dilazioni, se non si sarà ritratto e non avrà soddisfatto alla predetta chiesa, sia privato della sua carica, onore e dignità, e sappia che diventa reo di giudizio divino per il reato perpetrato, e se non avrà restituito ciò che avrà mal tolto, e non avrà espiato con congrua penitenza quanto illecitamente operato, sia separato dal santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e sia soggetto all’inesorabile vendetta nell’eterno giudizio. A tutti quelli, invece, che rispetteranno la giustizia verso la detta sede, la pace del Signore nostro Gesù Cristo, e godano il frutto della buona azione di questa vita, e trovino il premio della pace eterna presso l’inesorabile giudice. La tua misericordia, O Signore, al di sopra di tutte le tue opere.

Dato presso il Laterano; il giorno 4 febbraio, per mano di Pietro Cardinale Prete di S.R.C. e Bibliotecario, anno ottavo del Signor (nostro) Gregorio VII Papa, indizione terza.

  (La Bolla Originale in Latino e la Traduzione sono in «Memorie per servire alla storia della Santa Chiesa Miletese» di V. Capialbi, Ed. a cura di Vincenzo F. Luzzi, Polistena 1980).

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